A seguito del deposito in appello delle controdeduzioni dell’Ufficio, che contenevano la nota spese, mi sono posto il problema di quella che avrei dovuto depositare. Mi sono messo all’opera: ho fatto riferimento ai parametri previsti per i commercialisti e, con mia rabbia, mi sono accorto che sono sottopagato per legge.
Un tarlo mi ha però assalito: come è possibile che tra le mie richieste e quelle dell’Agenzia delle Entrate ci sia un così ampio divario? Dipende tutto dalla variazione dei parametri degli avvocati fatta con DM nel 2014?
Ho cominciato a controllare la nota spese dell’Ufficio e mi sono accorto che non corrispondeva al dettato normativo dell’art. 15, comma 2-bis, D. Lgs. 546/92: invece che ridurre del 20% i diritti calcolati sulla base dei parametri degli avvocati, questi erano esposti per l’intero importo. A quel punto, resomi conto dell’irregolarità, ho scorso le varie voci inserite nella nota dell’Ufficio.
Fase cautelare ?! ma come? In questo grado di giudizio non c’è nessuna richiesta di sospensione !
Sommando le differenze d’importo in eccesso, il totale si è attestato a circa 900 Euro: questi importi non dovevano essere esposti in nota dall’Ufficio.
Mi assale un dubbio. Esamino la nota spese dell’Ufficio in primo grado. Non ci posso credere: anche qui le somme sono state esposte dall’Ufficio senza la riduzione del 20% ! ! ! Fortuna che in primo grado le spese sono state compensate.
Quanto accaduto a me potrebbe accadere o essere già accaduto anche a voi. Che figura facciamo con il cliente in caso di soccombenza se questo si accorge di aver pagato oltre il dovuto?
Il mio consiglio per evitare figuracce: le note spese dell’Agenzia delle Entrate, controllatele sempre! !