La prossima abrogazione del Garante del Contribuente su base regionale e l’accentramento in un solo Ufficio nazionale a partire dal 2024 avrà delle ripercussioni sicuramente non positive.
Oggi il Garante su base regionale risponde al contribuente entro due giorni lavorativi e inoltra agli Uffici competenti le richieste di chiarimenti entro lo stesso lasso temporale.
Sicuramente il nuovo Ufficio si troverà a fronteggiare un’imponente massa di esposti a cui non sarà in grado di dare risposte rapide. I tempi si dilateranno e i contribuenti, già oggi molto nervosi, saranno sempre più arrabbiati. Ben sappiamo infatti che, dall’emergenza Covid in poi, i tempi di risposta dell’Ade a istanze e CIVIS sono diventati biblici e il Garante risultava l’unico canale per farsi ascoltare in tempi ragionevoli. Ora, con questa modifica legislativa, dopo che si constaterà l’inutilità del ricorso al Garante Nazionale, l’unica vera strada per farsi ascoltare sarà quella della Magistratura.
Diverrà sicuramente ascendente il trend di denunce per omissione di atti d’ufficio contro dirigenti e funzionari dell’Agenzia delle Entrate e non solo, con conseguente intasamento delle Procure e sovraccarico dei PM, dal momento che l’unica strada per farsi ascoltare sarà la Magistratura.
Sicuramente questo profilo è sfuggito a chi ha proposto la modifica ad un istituto che funzionava, forse cercando di limitarne il ricorso ma soprattutto l’intervento.
Il tempo ci darà sicuramente ragione. Per ora utilizziamo ancora il Garante Regionale fino all’entrata in funzione di quello Nazionale, che sarà reso operativo solo dopo l’emissione del previsto regolamento (entro 180 gg. e comunque entro un anno dall’entrata in vigore del D. Lgs.219/2023), per poi tirare le somme ed analizzare acriticamente i risultati dopo un anno.
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