LA SENTENZA 37/2015 DELLA CORTE COSTITUZIONALE: IL RITORNO ALLA LEGITTIMITA’

Ha fatto grande scalpore nel mondo tributario la sentenza 37/2015 della Consulta. Gli effetti sulle entrate tributarie dello Stato sono pesantissimi e l’Agenzia delle Entrate, resasi subito conto della sua portata, si è subito prodigata a difendere la validità degli atti emessi e a trovare rimedi all’emergenza.
Va però detto che questa situazione non si è manifestata improvvisamente ma è stata sottovalutata con regolare continuità. Nel corso degli anni il sistema amministrativo del settore tributario aveva dimostrato una grave carenza di organico nel settore dirigenziale, carenza ampiamente sottovalutata dalla classe politica.
La risoluzione dei problemi creati dalla Sentenza del TAR Lazio del 2011 è stata affidata ad un provvedimento legislativo che, palesemente, non rispettava le norme costituzionali (2012). La sua vita è stata però breve: è bastato il ricorso di un’organizzazione sindacale per porre tutto nel nulla.
La Sentenza della Consulta ha riportato l’azione legislativa alla sfera della legittimità costituzionale, dando un monito alla classe politica e concretizzando il pensiero che tutti noi abbiamo: non potete fare tutto quello che volete!
Analizzando quanto riportato dalla stampa, Governo e Agenzia delle Entrate, dal 2011 al 2015, non sono stati capaci di mettere validamente in piedi un concorso per dirigenti: un vero esempio di efficienza.
E’ ovvio che la Pubblica Amministrazione, così come è oggi, vada riformata: non va però attuato il solito maquillage ma una serio ripensamento dell’apparato burocratico, che preveda un suo ridimensionamento di circa il 20% con un’efficienza maggiore e l’eliminazione di enormi rami secchi.
Ora, come al solito, il conto – miliardi di Euro – tocca pagarlo ai cittadini.
Caro Presidente dei Ministri, questa volta, il conto, stante le responsabilità politiche e amministrative, lo faccia pagare a chi c’era prima di Lei !

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